Dispersione scolastica: al Sud il triste primato

Nel 2020 quasi 1 giovane su 4 ha lasciato la scuola senza il diploma o senza competenze adeguate. Openpolis riporta i dati della dispersione scolastica totale, data dalla sommatoria tra l’abbandono dei 18-24enni che lasciano il percorso scolastico senza ottenere il diploma, in base alle classifiche dell’Eurostat, e la dispersione implicita, che comprende i diplomati che non hanno le competenze di base necessarie sulla base dei test Invalsi. Sono dati preoccupanti e aumentati drasticamente negli anni successivi all’emergenza sanitaria, ma non sono omogenei sulla cartina.


Dal rapporto Save The Children 2022 emerge che le regioni Meridionali hanno il triste primato in numerosi indicatori relativi alla povertà educativa. La dispersione scolastica supera nella maggior parte di esse il 15% (tra le percentuali più alte in Europa), e più del 30% degli studenti non raggiunge le competenze minime in matematica, lettura e scienze. È del 12,7% la percentuale dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni che non ottengono il diploma.

Qualche giorno fa aveva destato clamore il dato diffuso dal Presidente di Save The Children Claudio Tesauro e rilanciato da molte testate: oltre la metà dei quindicenni in Italia non sarebbe in grado di capire un testo scritto. La notizia è stata smentita in quanto deriva da una lettura erronea dei dati. Dal rapporto si legge che il 44% di ragazzi e ragazze alla fine della scuola secondaria superiore – e non solo i 15enni – non è in grado di raggiungere un livello minimo di competenze in italiano. Il numero sale al 51% per la matematica. Questo significa non riuscire a comprendere il significato di un testo scritto, saper svolgere un ragionamento logico, fare un semplice calcolo aritmetico.

Ancora, dal rapporto emerge che i più colpiti sono gli studenti delle famiglie più povere, quelle che vivono al Sud e quelle con background migratorio. Anche la dispersione scolastica vera e propria, ossia non ottenere un titolo di studio oltre il diploma di terza media, si mantiene, pur con lievi miglioramenti, su una media nazionale elevata e, soprattutto, si concentra maggiormente nel Mezzogiorno.

Tra i 100 comuni con i punteggi più bassi ai test Invalsi di italiani nell’a.s 2020/2021, 63 si trovano nel Mezzogiorno, 19 nelle isole, 11 al Centro e rispettivamente 3 e 4 nel Nord-Ovest e nel Nord-Est. 24 si trovano tra Napoli (9) e Salerno (13), 8 in provincia di Cosenza, 6 in provincia di Reggio Calabria. I punteggi mediani più bassi si sono registrati tra Crotone e Cosenza. Al contrario, tra i 100 Comuni con i punteggi più alti ai testi di italiano nell’ a.s 2020/2021 ben 90 si trovano al Nord, 7 al Centro mentre 2 si trovano al Sud e 1 nelle Isole.

Il Pnrr destina oltre 20miliardi di euro nel sistema scolastico, a cui si sommano i finanziamenti del Pon Istruzione e altre risorse regionali. Oltre il 40% delle risorse dovrebbe andare al Sud. Si tratta di un treno da non perdere per ripensare, dalle fondamenta, il modo di fare scuola in Italia e promuovere l’educazione di qualità per tutti.

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