mercoledì, 12 Novembre 2025

Bomba distrugge l’auto di Sigfrido Ranucci: “Potevano uccidere”

“Stanotte contro di me salto di qualità”. L’esplosione davanti alla casa di Pomezia, danneggiata anche l’auto della figlia. Indaga la Direzione distrettuale antimafia. Piantedosi rafforza la protezione per il conduttore di Report. Dal governo all’opposizione, la vicinanza e i messaggi al giornalista

Questa notte un ordigno è stato piazzato sotto l’auto del giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. Il veicolo era parcheggiato davanti alla casa di Campo Ascolano, nel comune di Pomezia, alle porte di Roma. L’auto è esplosa danneggiando anche quella della figlia di Ranucci. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica.

“La Procura di competenza si è attivata per le verifiche necessarie ed è stato avvisato il Prefetto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento”, si legge sul profilo X di ‘Report’

Bomba contro Ranucci, l’annuncio di Piantedosi

“Piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il grave attentato di cui è stato vittima. Un gesto vigliacco e gravissimo che rappresenta un attacco non solo alla persona ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione“, l’annuncio del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Sull’esplosione indagano i pm della Dda di Roma. Al momento i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, con il procuratore aggiunto Ilaria Calò e il pm Carlo Villani, ipotizzano il danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. Nelle prossime ore sono attese le informative delle forze dell’ordine intervenute sul posto.

Bomba contro Ranucci: “Chi è stato? Impossibile dirlo adesso”. L’indagine: ordigno lasciato tra due vasi

Sigfrido Ranucci ha “ricostruito con i carabinieri quanto è successo ieri. C’è una lista infinita di minacce, di varia natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l’autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto. Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi. Quello di stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proiettili”. A dirlo il giornalista e conduttore di Report, lasciando gli uffici della Compagnia Carabinieri Trionfale dove ha presentato denuncia in seguito all’esplosione, avvenuta la scorsa notte, che ha distrutto la sua auto parcheggiata davanti casa a Campo Ascolano, comune di Pomezia, alle porte di Roma.

Bomba contro Ranucci: “Ho sentito un boato tremendo

Racconta il giornalista: “Ho sentito un boato tremendo, erano le 22.17. Sono riusciti a sentirlo anche i carabinieri attraverso l’audio di alcune persone, che erano in zona, e che stavano registrando con il telefono in quel momento”.

In merito al rafforzamento del livello di protezione Ranucci conferma il passaggio alla macchina blindata. Chi è stato? “È impossibile dirlo in questo momento: si tratta un contesto abbastanza allargato ed è su quello che sono state fatte le segnalazioni in questi mesi”, spiega il giornalista.

Bomba contro Ranucci, l’indagine: ordigno lasciato tra due vasi

E’ stato lasciato tra due vasi esterni, presumibilmente con la miccia accesa, l’ordigno rudimentale che questa notte è esploso davanti all’abitazione del giornalista. Un ordigno dunque che non sarebbe stato azionato a distanza né con un timer. Gli inquirenti che lavorano alle indagini stanno cercando eventuali telecamere che possano aver ripreso elementi utili a ricostruire chi ha posizionato l’ordigno.

Meloni: “Ferma condanna, difendiamo libertà informazione”

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso piena solidarietà al giornalista “e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito. La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere”, sottolinea una nota di Palazzo Chigi.

Bomba contro Ranucci, la solidarietà da maggioranza e governo

“Esprimo la più ferma condanna per il grave gesto messo in atto ai danni del giornalista Sigfrido Ranucci e della sua famiglia, a cui rivolgo la mia piena solidarietà. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia che deve essere sempre difeso e tutelato”, la dichiarazione del presidente della Camera, Lorenzo Fontana.

“Un gesto gravissimo, vile, inaccettabile. Un ordigno ha fatto esplodere l’auto di Sigfrido Ranucci, davanti alla sua abitazione. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma resta la gravità estrema di un atto che colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare e di esprimersi. A lui e alla sua famiglia la mia piena solidarietà e vicinanza”, le parole de l ministro della Difesa Guido Crosetto.

“Esprimo ferma condanna per il grave atto intimidatorio subito dal giornalista Sigfrido Ranucci e dalla sua famiglia, ai quali rivolgo la mia piena solidarietà. Non esiste motivazione che possa giustificare questa violenza”, quanto si legge in un post su X del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

Bomba contro Ranucci, le parole di Nordio, Salvini e Urso

“Una solidarietà totale, incondizionata accompagnata dalla consapevolezza della gravità del fenomeno e dalla determinazione, oggi più forte che mai, del governo di combattere qualsiasi forma di intimidazione mafiosa soprattutto quando è rivolta a un giornalista: la libertà di stampa è la prima espressione della democrazia quindi un attentato a un giornalista è un attentato allo Stato”, afferma a ‘Start’ il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

“Quanto successo a Pomezia è di una gravità inaudita e inaccettabile. Totale solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia”, scrive quindi sui social il vicepremier Matteo Salvini.

“Piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il grave atto intimidatorio subito. La libertà di informazione è valore fondante della nostra democrazia e ogni violenza va condannata e duramente perseguita”, scrive sui social il ministro delle Imprese Adolfo Urso. “Sigfrido Ranucci -ricorda- da anni conduce inchieste coraggiose su temi scomodi, portando alla luce verità che molti vorrebbero tenere nascoste. Il suo lavoro è prezioso per la nostra democrazia. A Sigfrido, alla sua famiglia e a tutta la redazione di Report va il mio sostegno più convinto. Chi fa informazione libera e indipendente non può e non deve essere lasciato solo. La storia di questo Paese ci ha insegnato che l’isolamento di chi cerca la verità è il terreno più pericoloso. Chi cerca di intimidire il giornalismo d’inchiesta, chi vuole zittire le voci scomode, attacca la democrazia stessa. Non possiamo permetterlo. Confido che le indagini della magistratura facciano piena luce su questo gravissimo episodio e che i responsabili vengano assicurati alla giustizia”.

Bomba contro Ranucci, gli altri del Governo

“Un atto intimidatorio gravissimo e inaccettabile che non minaccia solo la sua persona e i suoi cari ma anche l’inviolabile principio democratico della libera informazione. La mia piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la mia vicinanza a tutta la sua famiglia”, scrive su X il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

“La libertà di stampa è sacra e va difesa contro ogni aggressione. Solidarietà a Sigfrido Ranucci”. Così in una nota il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

“Desidero esprimere tutta la mia solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci per il vile atto intimidatorio subito. E’ un episodio gravissimo che condanniamo con fermezza. La libertà di stampa è un valore irrinunciabile e che va sempre difeso”, quanto dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

Bomba contro Ranucci, Lupi e Fratelli d’Italia

“Un atto grave e inaccettabile ha colpito questa notte il giornalista Sigfrido Ranucci, la cui auto è stata distrutta da un ordigno esplosivo. Solidarietà a lui e alla sua famiglia per questo gesto intimidatorio. La libertà di stampa è uno dei pilastri della democrazia: nessun giornalista dovrebbe mai essere messo a rischio per ciò che racconta o denuncia”, dice il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi.

“Solidarietà e vicinanza al giornalista Sigfrido Ranucci e ai suoi familiari che questa notte sono stati oggetto di un inquietante attentato, che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. Auspichiamo che sia fatta rapida chiarezza individuando i responsabili di questo folle gesto, che condanniamo con fermezza e che rappresenta una grave intimidazione”, affermano i componenti di Fratelli d’Italia della commissione Vigilanza Rai.

Bomba contro Ranucci, i messaggi dall’opposizione

“L’attentato a Sigfrido Ranucci è un attentato alla democrazia e alla libertà di informazione. Un attacco vile e pericoloso a una persona già sotto scorta per aver svolto il suo lavoro di giornalista d’inchiesta, un attacco che richiede la reazione e la presenza delle Istituzioni. Non possiamo accettare alcuna intimidazione al giornalismo d’inchiesta. Sia fatta piena luce sui responsabili e la matrice di questo gravissimo attentato. A Sigfrido Ranucci e sua figlia voglio esprimere la massima solidarietà e vicinanza mia e di tutto il Partito democratico”, scrive la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Quanto accaduto stanotte a Sigfrido Ranucci è un atto gravissimo e vile che non colpisce solo un giornalista, ma la libertà di stampa e il diritto di tutti i cittadini a essere informati”, afferma Sergio Costa, deputato M5S e vicepresidente della Camera.

Anche Matteo Renzi esprime “piena solidarietà a nome mio e di Italia viva a Sigfrido Ranucci, a sua figlia e a tutta la redazione di Report. Auspico che le indagini facciano rapidamente chiarezza e consentano di punire velocemente i responsabili di questo inaccettabile atto di violenza”.

Bomba contro Ranucci, la presa di posizione del Pd

“A nome di tutte le deputate e di tutti i deputati del Partito democratico, esprimo la mia più profonda solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci, alla sua famiglia e alla redazione di Report. Si tratta di un atto vile e inaccettabile, una forma di intimidazione e di violenza intollerabile contro chi esercita con coraggio e libertà la professione giornalistica. La libertà di stampa è un pilastro della democrazia e va difesa con forza, senza ambiguità né esitazioni. Colpire un giornalista significa colpire il diritto di tutti a conoscere la verità”, afferma la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga.

“In Italia -aggiunge- sono sempre più le aggressioni e le forme di minaccia nei confronti dei giornalisti: i campanelli d’allarme per la nostra democrazia stanno suonando troppo forte, non possiamo far finta di non sentirli. Chiediamo che sia fatta piena luce su quanto accaduto e che le istituzioni garantiscano sicurezza e tutela a chi ogni giorno lavora per un’informazione libera, indipendente e coraggiosa”.

“Esprimo, con le senatrici e i senatori del Pd la nostra vicinanza a Sigrifido Ranucci. Lui, la sua famiglia, la sua casa sono stati oggetto di un grave e vile attentato. Siamo convinti che Ranucci non si lascerà intimidire nel suo lavoro ma è evidente che siamo di fronte ad un gesto che vuole colpire la libertà di stampa e di informazione”, le parole del capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia. “Ci auguriamo – aggiunge – che le Forze dell’Ordine assicurino alla giustizia i responsabili ma esprimiamo ancora di più la nostra preoccupazione per lo stato della libertà dell’informazione nel nostro Paese. La ricerca della verità e il racconto della realtà in un Paese democratico non devono essere mai a rischio e le istituzioni e la politica devono essere garanti di questo diritto. Alla Rai, a Sigrifido e alla sua famiglia, alla redazione di Report giunga la nostra solidarietà”.

Bomba contro Ranucci, Fratoiani e Bonelli

“Stanotte hanno fatto esplodere le auto di Sigfrido Ranucci e di sua figlia, davanti alla loro casa: un ordigno che avrebbe potuto uccidere. Ci auguriamo che le indagini siano veloci e che si sappia subito la verità su quanto accaduto, su chi ha commesso l’attentato. Il dovere più urgente che abbiamo, sopratutto la politica, è stare al fianco di Ranucci, senza se e senza ma”, afferma Nicola Fratoianni di Avs. “Ogni mezza frase, ogni parola a metà – prosegue il leader di Si – può suonare come tentativo di delegittimazione. E abbiamo purtroppo imparato dal passato recente di questo Paese che non esiste bersaglio più semplice che un uomo lasciato solo. Con Ranucci, con la sua famiglia – conclude – e con tutta la redazione di Report”.

“Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per il gravissimo attentato di questa notte. L’esplosione che ha distrutto le auto del giornalista e di sua figlia davanti alla loro abitazione a Pomezia è un atto vile e intimidatorio che rappresenta un attacco diretto alla libertà di stampa e al giornalismo d’inchiesta”, le parole di Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce nazionale di Europa Verde. “Le parole di Ranucci, che ha denunciato un ‘clima di isolamento e di delegittimazione’ nei suoi confronti, ricordando le minacce, il proiettile di P38, i pedinamenti e i dossieraggi anche dall’estero, descrivono una situazione inquietante e indegna di un Paese democratico. Chi in questi anni ha attaccato Ranucci e la redazione di Report, arrivando perfino a chiedere il fermo della trasmissione, rifletta e chieda scusa. Alimentare campagne di delegittimazione contro chi fa inchieste coraggiose significa rendersi complici di un clima d’odio che oggi esplode in tutta la sua gravità”.

“Difendere Ranucci e Report – conclude Bonelli – significa difendere il diritto dei cittadini a conoscere la verità, a controllare il potere e a vivere in una democrazia fondata sulla libertà di informazione. Lo Stato deve garantire piena protezione e sostegno a chi svolge con coraggio un lavoro essenziale per la trasparenza e la giustizia”.

Bomba contro Ranucci, altre reazioni

“L’attentato a Sigfrido Ranucci, il giornalista conduttore di Report, il programma di approfondimento giornalistico di Raitre, è un fatto gravissimo che riporta l’Italia indietro nel tempo, quando mafie e terrorismo ammazzavano i giornalisti. Non è solo un attentato a un giornalista: è un attacco alla libertà di stampa e alla nostra democrazia”, afferma quindi Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del Pd.

“Sono sgomento e preoccupato. Non può essere questo il prezzo della libertà di informazione in un Paese come il nostro. Solidarietà a Sigfrido Ranucci, alla sua famiglia, alla redazione di Report. Dire la verità non può essere una condanna. Trovare i colpevoli, proteggere”, scrive su X il senatore Pd Filippo Sensi.

“Solidarietà di tutta la comunità di Azione a Sigfrido Ranucci. Atto molto preoccupante anche nelle modalità che non si vedevano da tempo”. Così Carlo Calenda.

Rai, Vigilanza, Fnsi e Anm vicini al cronista

“L’amministratore delegato Rai Giampaolo Rossi e l’intera azienda si stringono al fianco di Sigfrido Ranucci ed esprimono massima solidarietà per il grave e vile attentato intimidatorio”. È quanto si legge in una nota diffusa da Viale Mazzini in seguito all’intimidazione subìta dal conduttore di ‘Report’. “Il ruolo della Rai e di chi opera al suo interno è quello di garantire dialogo, pluralismo e rispetto nel racconto quotidiano del nostro tempo”. “La Rai respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico. L’essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano. Ogni tentativo intimidatorio contro chi lavora per un’informazione libera e indipendente è un attacco allo stesso Servizio Pubblico”, conclude la nota.

“In questi momenti le parole sembrano sempre troppo piccole di fronte a gesti così gravi e vili. A Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia va tutta la solidarietà e la più profonda vicinanza. Pensare che chi dedica la propria vita alla ricerca della verità debba essere colpito in questo modo fa male. Ma siamo certi che nulla potrà fermare la sua voce, né spegnere la luce che il lavoro di Report accende ogni giorno”. Così la presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia. “Chi ha scelto la via della minaccia e della paura dovrà essere trovato e affrontare le proprie responsabilità. A Sigfrido, alla sua famiglia, e a tutti coloro che credono nel valore della libertà e del coraggio, va oggi il pensiero più sincero. Non siete soli”, conclude.

Anche il presidente facente funzioni Antonio Marano e l’intero Cda Rai esprimono “massima e convinta solidarietà a Sigfrido Ranucci per il violento e vile attentato di cui è stato vittima”. In una nota, il Cda della Rai “respinge con forza e determinazione ogni tentativo di intimidire chi svolge il proprio lavoro al servizio del pubblico”. “Non saranno certo le intimidazioni – che condanniamo in qualunque forma si presentino – a fermare il nostro dovere di informare e continuare a raccontare la realtà nella quale viviamo”, prosegue la nota. “Una realtà troppo spesso ‘avvelenata’ dall’incapacità di costruire dialoghi costruttivi, che ci impegneremo ancora di più a promuovere, contro ogni violenza, contro ogni sterile contrapposizione”, conclude il Cda.

“L’attentato a Sigfrido Ranucci riporta indietro di decenni l’orologio della democrazia in Italia. È un attentato non solo al collega di Report, ma alla libertà di informazione, all’articolo 21 della Costituzione, ai basilari principi della convivenza civile e di democrazia”, afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. “La Federazione nazionale della Stampa – prosegue – chiede che venga fatta chiarezza con rapidità su quanto accaduto. L’attentato a Ranucci mostra un salto di qualità nelle azioni contro il giornalismo”. Fnsi, Usigrai, Stampa Romana organizzano per oggi alle 16 un presidio davanti alla sede Rai di via Teulada. Per essere al fianco di Sigfrido Ranucci e per dimostrare che per i giornalisti italiani la libertà di informazione è inviolabile.

“Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui. Siamo vicini a Sigfrido Ranucci alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa. Pochi minuti prima era passata lì davanti la figlia. Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire. Saremo sempre al loro fianco affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d’inchiesta”, scrive intanto in una nota l’esecutivo Usigrai. “Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e soprattutto il clima d’odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura – da parte della seconda carica dello Stato – a definire i colleghi di Report ‘calunniatori seriali’, senza che né il conduttore né l’azienda prendessero le distanze. Una campagna d’odio contro il giornalismo d’inchiesta che deve finire”, conclude il sindacato.

“La nostra piena solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia per l’attentato incendiario di questa notte. C’è viva preoccupazione per quanto successo: un gesto profondamente inquietante perché quando si attacca un giornalista si attacca la democrazia”, sottolinea la Giunta esecutiva centrale dell’Anm.

Da Formigli a Saviano, i post

“Un abbraccio a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia minacciati da una bomba. È il momento di difendere il giornalismo indipendente, tutti insieme”, scrive quindi sui social il giornalista e conduttore, Corrado Formigli seguito all’intimidazione subìta dal conduttore di ‘Report’.

“Solidarietà e vicinanza a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia e a tutta la squadra di Report. Un attacco vile. La libertà di informazione va difesa e praticata ancora di più”, le parole su X il direttore di La7, Andrea Salerno.

“Solidarietà a Sigfrido Ranucci, questi atti sono partoriti sempre dopo campagne di fango. Resistere”. Così Roberto Saviano commenta su Instagram, l’attentato commesso ai danni del giornalista di ‘Report’. “Quello che è accaduto stanotte a @sigfridoranucci – scrive Saviano nel post – non riguarda solo lui, ma il clima che stiamo accettando. Quando si decide che un giornalista può diventare un bersaglio, significa che qualcuno vuole stabilire che certi argomenti non si devono toccare”.

“La delegittimazione – che è cosa ben diversa dalla critica – mira ad attaccare non le idee o il lavoro, ma la persona. E quando si trasforma qualcuno in un bersaglio pubblico – prosegue il giornalista e scrittore – prima o poi qualcuno penserà di poter colpire anche fuori dallo schermo. A Sigfrido – conclude – va la mia solidarietà. Continuare a raccontare, oggi, è già un atto di resistenza civile”.

Luca Messi
Luca Messi
Giornalista per curiosità, autore per passione, impegnato per vocazione. Vive diviso tra il desiderio di cambiare il mondo e quello di goderselo così com'è

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