Tra gli impegni assunti con gli elettori si marcia spediti con la riforma della Giustizia e il Ponte sullo Stretto, oltre che con la pace fiscale. Ma la pressione fiscale è aumentata e sulla riduzione dell’Iva per l’infanzia e le accise sulla benzina il centrodestra fa spallucce
Nel trionfo comunicativo di Giorgia Meloni esistono rivendicazioni vere e altre no. Alcune promesse sono state mantenute, altre nettamente disattese. Ma non avendo alcun contrasto serio dall’opposizione marziana – Schlein-Conte-Landini+Bonelli&Fratoianni – Giorgia può tranquillamente dire quello che le pare e tacciare di estremismo e disfattismo chi non è d’accordo con lei. Per chi ama ancora informarsi – però – esistono alcune fonti di notizie e di spunti di confronto interessanti. Una di queste è il sito di analisi e fact-checking Pagella Politica che – appunto – tenta di verificare le affermazioni e le informazioni per accertarne la veridicità, attraverso la raccolta e l’analisi delle fonti.
Il Governo e le promesse, l’analisi di Pagella Politica
Pagella Politica ha analizzato le promesse elettorali del centrodestra e le ha messe in relazione con il lavoro svolto dal Governo Meloni. Il risultato è un quadro realistico, in cui sono evidenziate le promesse mantenute e le promesse tradite, tralasciando i casi estremi che poi non hanno avuto seguito nel programma. Uno fra tutti la promessa dell’abolizione delle accise sui carburanti, promessa più volte da Lega e Fratelli d’Italia quando erano all’opposizione, ma completamente dimenticata una volta saliti al potere.
Il Governo e le promesse: Giustizia e Ponte sullo Stretto
Tra le promesse in corso di attuazione finora – ahimé – c’è quella relativa alla riforma della giustizia, che ha il suo apice nella separazione delle carriere dei magistrati (con relative modifiche costituzionali). Riforme che rischiano di azzoppare ulteriormente la macchina giudiziaria e di aprire la porta a un potere di indirizzo delle Procure da parte del Governo, come ha spiegato più volte Nicola Gratteri.
Tra le promesse in via di mantenimento c’è anche quella estremamente controversa della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, il cui progetto definitivo è stato approvato, ma i cui lavori non sono ancora iniziati. Non si comprende, in particolare, perché a fronte di un attraversamento attuale di circa 20 minuti con i traghetti, si debbano creare danni ambientali notevoli a un ecosistema fragile come quello tra le sponde siciliane e calabresi, investendo circa 15 miliardi di euro per un ponte. Risorse che potrebbero essere impiegate in infrastrutture per lo sviluppo del Mezzogiorno, lotta alla precarietà sociale e sanità. Boh. In ogni caso nella categoria “in mantenimento” troviamo anche il sostegno all’Ucraina, attraverso l’invio di risorse economiche e armi.
Il Governo e le promesse: cosa è stato mantenuto
Veniamo alle promesse mantenute. Le revisioni del PNRR – come spiega Pagella Politica – hanno ridefinito gli obiettivi e le risorse senza perdita di fondi. Poi, per quanto riguarda tasse e lavoro, il taglio del cuneo fiscale è stato reso strutturale, sono state attuate la riforma del fisco e la “pace fiscale” (agevolazioni per i contribuenti in debito con l’erario), il reddito di cittadinanza è stato sostituito dall’assegno di inclusione oltre che dal supporto per la formazione e il lavoro, l’assegno unico per le famiglie è stato potenziato. Inoltre, sono state rafforzate le tutele per il Made in Italy ed è stata riattivata, in parte, l’estrazione del gas naturale.
Governo e promesse, dove sei flat tax?
Le promesse non mantenute o, quantomeno, non ancora mantenute.
Nessuno sa che fine abbia fatto la promessa di estendere la flat tax ai lavori autonomi con ricavi annui fino a 100 mila euro (non vi è traccia di provvedimenti nel disegno di legge di bilancio 2026). Inoltre, la spesa del PNRR è ancora in ritardo rispetto al cronoprogramma, idem l’allineamento delle risorse investite nella Ricerca rispetto al resto dell’Europa.
Governo e promesse, le bocciature: pressione fiscale e Iva
Ma ci sono almeno nove casi in cui il Governo Meloni non solo non ha mantenuto le promesse, ma ha adottato provvedimenti che compromettono gli impegni assunti con l’elettorato. Impegni che hanno consentito al centrodestra di vincere le elezioni. E qui Pagella Politica tocca alcuni nodi di non poco conto: “Il programma del centrodestra ha promesso di abbassare la pressione fiscale, ma è successo il contrario: tra il 2023 e il 2024 è cresciuta, e nel 2025 aumenterà ancora, arrivando al 42,8 per cento”.
Per non parlare dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia, che il Governo Meloni ha prima ridotto e poi nuovamente alzato. La disastrosa missione in Albania quasi non meriterebbe commento: a parte i costi esorbitanti, i centri per migranti dovevano servire per accogliere i richiedenti asilo dai Paesi “sicuri”, ma ora sono diventati dei centri di rimpatrio, anche a causa di alcune sentenze.
Governo e promesse: i boschi e i balneari
Altre due promesse che l’esecutivo ha totalmente sviato riguardano il rimboschimento delle foreste italiane (è stato ridotto l’obiettivo del PNRR sui milioni di alberi da piantare) e i balneari: alla fine la compagine guidata da Meloni ha finito per permettere la messa a bando delle concessioni, conseguendo però il brillante risultato di scontentare sia le associazioni di categoria sia le istituzioni europee. Sul fronte delle riforme costituzionali, infine, il Governo sta portando avanti il progetto di introdurre l’elezione diretta del presidente del Consiglio, ma nel suo programma si era impegnato a introdurre quella del presidente della Repubblica.
Le promesse vanno bene quando si sta all’opposizione
Insomma, alcune promesse mantenute o in via di mantenimento, soprattutto quelle più controverse riguardanti la Giustizia e il Ponte sullo Stretto, ma tante non mantenute o addirittura compromesse: sono quelle che riguardano le tasse e le tasche degli italiani, spauracchi che Fratelli d’Italia e Lega agitavano quando erano all’opposizione ma ora si guardano bene dal nominare se non nella efficace macchina da propaganda social e a reti unificate Rai.
Come sempre in attesa di un’opposizione che viva in questo mondo e che rappresenti davvero chi sta male, chi chiede libertà, cultura, impegno e solidarietà, non ci resta che affidarci a un po’ d’informazione, fino a quando interesserà a qualcuno, ovvio.

