Effetto PNRR: trend in ascesa per Italia e Mezzogiorno

Il PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) rappresenta un’occasione unica per una ripresa sostenibile e duratura dell’Italia. Non a caso la sua inclusione nelle previsioni economiche di primavera della Commissione europea – illustrate dal Commissario per l’Economia Paolo Gentiloni il 12 maggio – ha contribuito al miglioramento delle prospettive di crescita per l’Italia. Si attende infatti un aumento del PIL del 4,2 % nel 2021 e del 4,4 % nel 2022. Stime positive finalmente, oltre a rappresentare una novità per il nostro paese, che ultimamente occupava le ultime posizioni in materia di crescita economica. Il dato analogo fornito a febbraio dall’esecutivo UE era del 3,4%, quando ancora non erano disponibili elementi sufficienti per stimare gli effetti del PNRR.

Il piano di investimenti e riforme, presentato dal Governo Draghi alla Commissione UE il 25 aprile, si inserisce all’interno del Next Generation EU, il fondo europeo da 750 miliardi di euro per sostenere la crescita economica degli Stati dell’UE colpiti dalla crisi pandemica.

gli assi strategici del PNRR

In linea con i sei pilastri indicati dal NGEU – la Transizione verde, la Trasformazione digitale, la Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, la Coesione sociale e territoriale, la Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale e le Politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani – il PNRR si snoda attorno a tre assi strategici: la digitalizzazione e innovazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale.

La digitalizzazione e l’innovazione di processi, prodotti e servizi costituisce una priorità per un paese che soffre di un forte ritardo digitale rispetto alla media europea. Secondo la classifica DESI 2020 (Indice di digitalizzazione dell’economia e della società) l’Italia occupava il 25° posto, seguita da Romania, Grecia e Bulgaria. Recuperare questo deficit e promuovere gli investimenti in tecnologie e processi digitali è essenziale per migliorare la competitività italiana.

La transizione ecologica è alla base del nuovo modello di sviluppo italiano ed europeo. Risulta quanto mai necessario intervenire su questo fronte per lasciare un Paese più verde e una economia più sostenibile alle generazioni future.

Il terzo asse è l’inclusione sociale, fondamentale per migliorare la coesione territoriale, sostenere la crescita economica e superare disuguaglianze radicate nel tessuto sociale italiano. Le priorità sono la parità di genere, la valorizzazione dei giovani e il superamento dei divari territoriali.

il Mezzogiorno come priorità

Lo sviluppo del Meridione risulta centrale per il Recovery Plan italiano. Nel Sud Italia vive il 33% degli italiani, ma vi si produce solo il 25 % del PIL nazionale. La ripresa del Mezzogiorno e la sua inclusione nel processo di convergenza con le aree più sviluppate del paese è necessaria per creare un forte ecosistema economico, culturale e sociale. Il fallimento delle politiche di coesione europee e la crisi pandemica hanno aggravato una situazione già drammatica, esercitando un duro colpo per il settore turistico con una grave incidenza sull’occupazione femminile e giovanile. Il Piano riserva un ingente quantitativo di risorse per il Meridione al fine di favorire il riequilibrio territoriale. Il 40 % delle risorse del PNRR territorializzabili (pari a 82 miliardi) sono infatti destinati alle otto regioni del Sud Italia.

Tra i programmi volti a favorire la coesione territoriale, sono previsti il rafforzamento delle ZES – le Zone Economiche speciali, regioni localizzate nel Meridione e dotate di una legislazione economica favorevole- interventi socio-educativi per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore, la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e l’estensione dell’Alta Velocità al Sud.

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