Sergio Mattarella e l’attento sguardo al Sud

759 voti, otto votazioni e caos politico: Sergio Mattarella non lascia il Quirinale e accetta il secondo mandato per “senso di responsabilità” e “rispetto delle decisioni del Parlamento”. Tante le sfide che ha attraversato il dodicesimo capo dello Stato nei sette anni appena trascorsi: l’avvicendarsi di cinque governi con maggioranze diverse, crisi economica, terrorismo ed emergenza migranti, e, soprattutto, quella sanitaria sono tra gli sconvolgimenti che hanno caratterizzato il suo primo mandato. Nei tanti discorsi in occasione dei messaggi agli italiani di fine anno, viaggi, visite e commemorazioni, Mattarella ha sempre rivolto un attento sguardo al Sud, terra da cui proviene.

una lunga e prestigiosa carriera coronata con due elezioni alla carica più alta

Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella

Il primo siciliano a ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella decide di entrare in politica dopo l’omicidio da parte di Cosa Nostra al fratello Piersanti, allora presidente dalla Regione Sicilia. Deputato per oltre trent’anni, Ministro per i rapporti con il Parlamento, Ministro dell’istruzione, Vicepresidente del Consiglio con il governo D’Alema, Ministro della difesa, giudice della Corte costituzionale: una lunga carriera coronata con l’elezione alla più alta carica dello Stato. Con 665 voti al quarto scrutinio il 31 gennaio 2015, Mattarella succede a Giorgio Napolitano. “Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato. La responsabilità di rappresentare l’unità nazionale innanzitutto. L’unità che lega indissolubilmente i nostri territori, dal Nord al Mezzogiornocosì il neo eletto presidente al Parlamento nel giorno del giuramento il 3 febbraio 2015. Per il suo secondo mandato, le 759 preferenze ottenute il 29 gennaio 2022 ne fanno il capo di Stato più votato dopo Sandro Pertini.

lo sguardo del Presidente al Mezzogiorno

Divario Nord Sud, un’attenzione particolari ai giovani e al lavoro, lotta a mafie e corruzione, il ruolo della cultura per l’economia del Mezzogiorno diventano delle costanti del primo mandato del dodicesimo Presidente della Repubblica.

“senza il Meridione, il Paese resterà indietro”

Nei suoi tanti discorsi, Mattarella definisce il lavoro il problema numero uno e la più grave questione sociale, per i giovani, soprattutto al Sud, ma non solo. “Il lavoro che manca per tanti giovani, specialmente nel Mezzogiorno, la perdita di occupazione, l’esclusione, le difficoltà che si incontrano nel garantire diritti e servizi sociali fondamentali”. Occupazione, giovani e lavoro tornano nel discorso per salutare il 2015: “Il lavoro manca soprattutto nel Mezzogiorno. Si tratta di una questione nazionale. Senza una crescita del Meridione, l’intero Paese resterà indietro. E anche congedando il 2016, il Presidente ricorda le varie fratture che dividono l’Italia, quelle “Tra il Nord del Paese e un Sud che è in affanno. Tra città e aree interne. Tra centri e periferie”. E ancora, in chiusura del 2019, il Presidente si rivolge agli italiani affermando che “è necessario ridurre il divario che sta ulteriormente crescendo tra Nord e Sud d’Italia. A subirne le conseguenze non sono soltanto le comunità meridionali, ma l’intero Paese, frenato nelle sue potenzialità di sviluppo“.

lotta a mafie e corruzione: una priorità per il Paese
Piersanti Mattarella

Mafie e legalità: molti dei discorsi del capo dello Stato si focalizzano sulla necessità di combattere contro criminalità organizzata e corruzione, fenomeni dilaganti soprattutto nel Mezzogiorno. “Contro le mafie stiamo conducendo una lotta senza esitazioni, e va espressa riconoscenza ai magistrati e alle forze dell’ordine che ottengono risultati molto importanti” così nel discorso di fine 2015. Sono state tante le visite del Presidente in occasioni di celebrazioni per commemorare le vittime di mafie. Nel 2020 ritorna nella sua Palermo, per ricordare il fratello Piersanti alla vigilia del quarantesimo anniversario della morte.

“I giovani sono il nostro futuro. Tocca anche agli adulti aiutarli a liberare la loro speranza, farla diventare contagiosa e costruire insieme una società libera dalle organizzazioni criminali, dalla loro influenza, dalla corruzione che cercano di alimentare”. Così il Presidente nel messaggio del 30 aprile 2016 in occasione della manifestazione organizzata dal Centro Pio La Torre al Teatro Biondo di Palermo, per il 34° anniversario dell’omicidio dell’ex segretario regionale del Partito comunista, Pio La Torre e di Rosario Di Salvo. “Nessuna zona grigia, nessuna omertà né tacita connivenza: o si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi. Non vi sono alternative” sono le parole pronunciate dal capo dello Stato per commemorare le vittime della le stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

il ruolo di cultura e università per lo sviluppo del Sud

Sergio Mattarella con il Presidente della Regione Campania
Vincenzo De Luca e il Ministro della Cultura Dario Franceschini

In occasione di una visita agli scavi di Pompei nel maggio 2016, Mattarella rimarca il ruolo della cultura per il nostro paese e le sue ricadute economiche, soprattutto per il Mezzogiorno. “Vi sono effetti nelle attività culturali profondi sul piano economico – ribadisce Mattarella – in regioni come la Campania, al Sud, nel Mezzogiorno, ha un peso che va sottolineato. Un sito come questo, crocevia di tante attività, arte, turismo e accoglienza, lo dimostra. La cultura è benessere. Gli investimenti che si fanno nella cultura non sono solo un dovere di qualità della vita sociale ma provocano una ricaduta di crescita economica”.

Sempre in Campania, questa volta a Napoli, per inaugurare l’anno scolastico 2015-2016, il Presidente si rivolge agli studenti del Mezzogiorno: “Ai ragazzi del Sud in particolare voglio dire che, se la scuola è l’opportunità più grande di sviluppo del Mezzogiorno, e se la crescita del Sud è condizione indispensabile per un pieno rilancio del nostro Paese, allora voi giovani studenti siete la speranza concreta di un nuovo sviluppo per l’Italia intera”.

Il Presidente con l’allora Sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri

E per la cerimonia di inaugurazione di Matera Capitale europea della cultura 2019, il dodicesimo Presidente esalta la città dei Sassi e il suo ruolo nel continente europeo: “Matera è simbolo del Mezzogiorno italiano che vuole innovare e crescere, sanando fratture e sollecitando iniziative. Matera è simbolo anche dei vari Sud d’Europa, così importanti per il Continente, perché nel Mediterraneo si giocheranno partite decisive per il suo destino e per quello del pianeta”.

E sceglie l’Istituto Tecnico Nautico di Pizzo di Vibo Valentia per l’ultima inaugurazione dell’anno scolastico. Un scelta significativa quella della Calabria, la regione dove fa parte dei NEET più di 1 giovane su 3 dai 15 ai 29 anni: si tratta del 34,6%, il doppio rispetto ai coetanei del nord (16,8%). “La scuola è ossigeno per la società. serve una scuola più moderna, assolutamente centrale per la ripartenza e per le nuove generazioni”. Già nel 2017 ad Arcavacata il Presidente aveva inaugurato l’anno accademico dell’Università della Calabria. “Il nostro Paese complessivamente e il suo meridione, che ne è una componente essenziale e decisiva per la ripresa e il progresso della crescita, ha una quantità di energie che vediamo in questo territorio, come in tutto il meridione, ma anche in tanti territori del settentrione, manifestato dai tanti giovani preparati, che hanno studiato, ma non trovano lavoro, occupazione. Il nostro Paese ha bisogno, particolarmente in queste zone, di catalizzatori per suscitare sbocchi, esiti positivi a questa ricchezza umana che vi è all’interno. Uno di questi catalizzatori è l’Università“.

Certi che continuerà a rivolgere al suo Sud un attento sguardo, non possiamo che augurargli “Buon lavoro, Presidente”!

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