Gender gap, solo il 17% delle donne ai vertici aziendali

Al convegno per la parità di genere promosso dalla Cnpr sono intervenute Murelli (Lega), Maiorino (M5s), Tenerini (Fi) e Malpezzi (Pd)

La parità di genere è un obiettivo centrale nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che punta ad aumentare la rappresentanza femminile nei ruoli dirigenziali, sia nel settore pubblico che privato. Tuttavia, l’Italia è ancora arretrata per quanto riguarda il divario salariale e l’autonomia finanziaria, con circa il 30% delle donne senza un conto corrente personale. Per affrontare queste problematiche, è stato presentato un disegno di legge per promuovere l’indipendenza economica femminile. Inoltre, il Governo sta lavorando per supportare le madri lavoratrici e incentivare i congedi di paternità, i bonus asili nido e strutture con orari flessibili per agevolare la conciliazione tra vita familiare e professionale, ha dichiarato Elena Murelli (Lega), segretario di presidenza del Senato della Repubblica, durante il convegno ‘Gender Gap, alle donne solo il 17% dei posti ai vertici aziendali’ promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili (CNPR), presieduta da Luigi Pagliuca.

Il gender gap per Maiorino (M5s): “Al Sud più della metà delle donne non lavora, mancano azioni mirate”

Secondo Alessandra Maiorino, vicepresidente vicario del M5s a Palazzo Madama: “In Italia, l’occupazione femminile non sta crescendo, collocando il Paese agli ultimi posti in Europa, con un forte divario tra Nord e Sud. La situazione è particolarmente critica nel Meridione, dove oltre la metà delle donne è disoccupata o non dichiara di lavorare, spesso a causa del lavoro sommerso. Nonostante le donne siano più istruite e qualificate, sono poco rappresentate in ruoli di vertice, segno di una discriminazione di genere ancora presente. Le quote di genere si sono rivelate utili senza compromettere il merito, ma il problema persiste nella cooptazione maschile nei processi di promozione.

Il gender gap per Tenerini (Fi): “Serve inversione culturale. Va scardinato sistema quote rosa”

Chiara Tenerini, esponente di Forza Italia in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, ha commentato il buon lavoro dell’esecutivo. “Il Governo ha registrato un aumento dell’occupazione, soprattutto tra i giovani e le donne. Ma i ruoli dirigenziali restano dominati dagli uomini, sia nel pubblico che nel privato. Non sostengo le quote di genere perché credo che queste misure suggeriscano una necessità di protezione che non dovrebbe esistere. Spesso si è ricorsi alle quote rosa senza una vera valutazione meritocratica. È necessario un cambiamento culturale, da iniziare fin dalle scuole primarie, per educare le nuove generazioni al rispetto della parità di genere, essenziale per una società più equa e meritocratica”.

Il gender gap per Malpezzi (Pd): “Incentivare aziende che applicano congedo maternità e paternità obbligatorio e paritario”

Per Simona Malpezzi, senatrice del Partito Democratico in Commissione Politiche dell’UE, “Le quote di genere aiutano a superare le barriere di una società ancora poco inclusiva per le donne, che spesso faticano a ricoprire ruoli decisionali a causa dei carichi familiari. È fondamentale promuovere congedi di maternità e paternità obbligatori e paritari per favorire l’equità. Molte aziende stanno già sperimentando congedi estesi per i padri e un welfare aziendale di qualità. Tali iniziative dovrebbero essere incentivate non solo economicamente, ma anche a livello reputazionale, per incoraggiare altre imprese a seguire l’esempio e contribuire a una società più inclusiva”.

gli altri interventi

Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Roma, Elisabetta Polentini, ha illustrato il punto di vista dei professionisti. “Nonostante più donne siano entrate nel mercato del lavoro” ha affermato “la loro presenza nei ruoli decisionali è ancora scarsa, soprattutto nel settore pubblico. Le quote rosa sono criticate perché considerate contrarie al merito. Tuttavia, le imprese giocano un ruolo chiave nel promuovere l’equità di genere. Servono misure concrete per supportarle, dato che il PNRR prevede contributi alle PMI per ottenere la certificazione di parità di genere, ma questa opportunità è stata finora poco sfruttata”.

Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili, ha chiuso il convegno. “La parità di genere è un tema discusso da anni, ma senza soluzioni concrete. In Italia le donne hanno ottenuto il diritto di voto solo nel 1946, e ancora oggi il numero di donne in ruoli apicali, soprattutto al Sud, è molto inferiore rispetto agli uomini. Le misure per la parità devono garantire un accesso obbligatorio alle posizioni di rappresentanza, senza compromettere il merito. È importante promuovere la certificazione per le imprese che offre vantaggi economici, ma che è ancora poco conosciuta. Inoltre, andrebbero estesi i congedi parentali per i padri e i bonus per gli asili nido”.

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