In una lettera aperta al ministro della Cultura cento lavoratori e lavoratrici dello spettacolo chiedono un incontro al più presto: “Tax credit risposta incompleta e insufficiente”
Cinema italiano in stato d’agitazione. “La cultura e la democrazia italiana non possono essere piegate ad interessi di parte, ma vanno tutelate e arricchite con rispetto delle competenze, delle professionalità, delle regole costituzionali e dei diritti di tutti e tutte. Chiediamo che il ministero incontri quanto prima le associazioni che uniscono e rappresentano attori, autori e tecnici ascoltando le richieste urgenti che da mesi promuovono“. Lo scrivono un centinaio di lavoratori e lavoratrici del mondo dello spettacolo: attori, attrici, registi e registe, in una lettera aperta inviata al ministro della Cultura Alessandro Giuli, alla sottosegretaria Lucia Borgonzoni e al sottosegretario Gianmarco Mazzi.
“E chiediamo”, proseguono gli artisti che hanno sottoscritto il documento, tra i quali Paolo Sorrentino, Ferzan Ozpetek, Paola Cortellesi, Valeria Golino, Pierfrancesco Favino, Riccardo Scamarcio e Tony Servillo, “che si fermino invece le polemiche pretestuose e gli attacchi inaccettabili a chi democraticamente ha mosso critiche all’operato del ministero, come il nostro collega Elio Germano e la nostra collega Geppi Cucciari, ai quali va tutta la nostra solidarietà”.
Mondo del Cinema in rivolta contro Giuli
“La situazione lavorativa e produttiva del cinema italiano è indubbiamente in crisi. Negli ultimi due anni il quadro di complessiva incertezza normativa e i ritardi, generati in primis dall’operato del Governo nella gestione della riforma del Tax credit, hanno causato una crisi di sistema che ha colpito molte produzioni, soprattutto le più piccole e indipendenti, e ha lasciato senza lavoro centinaia di lavoratrici e lavoratori, a cui manca anche un sostegno al reddito per il 2025 e un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024. Una crisi che rischia inoltre di togliere creatività, autonomia e innovazione a tutto il settore, privandolo della possibilità di competere culturalmente ed economicamente a livello internazionale.
L’auspicata prossima pubblicazione della versione definitiva del decreto correttivo Tax credit è una prima risposta, ma incompleta e insufficiente. Riteniamo che sia necessario attivare iniziative ben più ampie e rilevanti, come ad esempio ha chiesto Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello”.
Mondo del cinema in rivolta: lo scontro tra Pupi Avati ed Elio Germano con il ministro Giuli
La lettera, che chiede al Ministro di incontrare i rappresentanti di attori, registi e tecnici per ascoltare le loro richieste, arriva in risposta alle dichiarazioni del Ministro Giuli degli scorsi giorni, fatte dopo le critiche ricevute da Elio Germano e Pupi Avati all’ultima edizione dei David di Donatello. Avati ha definito l’idea del “Cinema Revolution” – che permette di vedere tutti i film italiani a tre euro durante l’estate – “carina” ma non sufficiente, e auspicato un incontro tra la segretaria del PD Elly Schlein e la premier Giorgia Meloni sul tema.
Germano ha accusato il Ministero di essere direttamente responsabile della situazione: “Il cinema è davvero in crisi e riteniamo che il Ministero della Cultura abbia una grossa responsabilità in questo. Sentirci dire che tutto va bene, e per di più in un modo così bizzarro, è stato per me molto fastidioso. Piuttosto che piazzare i loro uomini come fanno i clan nei posti chiave, si preoccupassero davvero di fare il bene della nostra comunità mettendo le persone competenti nei posti giusti e incontrando i rappresentanti di categoria per risolvere davvero i problemi”.
“C’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni italiane, il Quirinale, per cianciare in solitudine: mi riferisco a Elio Germano” ha replicato il ministro Alessandro Giuli, sostenendo di aver “fatto del Mic il ministero del popolo della Cultura, facendo uscire la cultura dalle stanze polverose dei salotti”, e di stare “governando la cultura veramente da patrioti”. Ha poi aggiunto che la riforma del tax credit è stata “il frutto di una denuncia dei protagonisti dell’industria culturale del cinema che hanno detto: intervenite, basta con rendite e privilegi”.
Cinema in rivolta: la lettera completa e la lista dei firmatari.
Al Ministro della Cultura, On. Alessandro Giuli,
Ai Sottosegretari Lucia Borgonzoni e Gianmarco Mazzi
La situazione lavorativa e produttiva del cinema italiano è indubbiamente in crisi. Negli ultimi due anni il quadro di complessiva incertezza normativa e i ritardi, generati in primis dall’operato del Governo nella gestione della riforma del Tax credit, hanno causato una crisi di sistema che ha colpito molte produzioni, soprattutto le più piccole e indipendenti, e ha lasciato senza lavoro centinaia di lavoratrici e lavoratori, a cui manca anche un sostegno al reddito per il 2025 e un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024.
Una crisi che rischia inoltre di togliere creatività, autonomia e innovazione a tutto il settore, privandolo della possibilità di competere culturalmente ed economicamente a livello internazionale.
L’auspicata prossima pubblicazione della versione definitiva del decreto correttivo Tax credit è una prima risposta, ma incompleta e insufficiente.
Riteniamo che sia necessario attivare iniziative ben più ampie e rilevanti, come ad esempio ha chiesto Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello.
La cultura e la democrazia italiana non possono essere piegate ad interessi di parte, ma vanno tutelate e arricchite con rispetto delle competenze, delle professionalità, delle regole costituzionali e dei diritti di tutti e tutte.
Chiediamo che il Ministero incontri quanto prima le associazioni che uniscono e rappresentano attori, autori e tecnici ascoltando le richieste urgenti che da mesi promuovono.
E chiediamo che si fermino invece le polemiche pretestuose e gli attacchi inaccettabili a chi democraticamente ha mosso critiche all’operato del Ministero, come il nostro collega Elio Germano e la nostra collega Geppi Cucciari, ai quali va tutta la nostra solidarietà.
Cordiali saluti.
(seguono firme in ordine alfabetico)
- Francesco Acquaroli,
- Gianni Amelio,
- Elisa Amoruso,
- Francesca Archibugi,
- Luca Argentero,
- Giuseppe Battiston,
- Marco Bellocchio,
- Sonia Bergamasco,
- Paolo Borraccetti,
- Sara Bosi,
- Margherita Buy,
- Paolo Calabresi,
- Roberto Citran,
- Francesca Comencini,
- Cristina Comencini,
- Paola Cortellesi,
- Saverio Costanzo,
- Ivan Cotroneo,
- Damiano D’Innocenzo,
- Fabio D’Innocenzo,
- Antonietta De Lillo,
- Francesca De Martini,
- Maura Delpero,
- Francesco Di Leva,
- Pia Engleberth,
- Pierfrancesco Favino,
- Margherita Ferri,
- Anna Ferzetti,
- Beppe Fiorello,
- Anna Foglietta,
- Michelangelo Frammartino,
- Matteo Garrone,
- Paolo Genovese,
- Adriano Giannini,
- Fabrizio Gifuni,
- Daniela Giordano,
- Claudio Giovannesi,
- Valeria Golino,
- Nicole Grimaudo,
- Lino Guanciale,
- Edoardo Leo,
- Stefano Lodovichi,
- Milena Mancini,
- Pietro Marcello,
- Vinicio Marchioni,
- Mario Martone,
- Valerio Mastandrea,
- Riccardo Milani,
- Roberto Minervini,
- Luca Miniero,
- Gabriel Montesi,
- Nanni Moretti,
- Valerio Morigi,
- Susanna Nicchiarelli,
- Filippo Nigro,
- Jacopo Olmo Antinori,
- Ferzan Ozpetek,
- Andrea Pennacchi,
- Marco Pettenello,
- Paolo Pierobon,
- Alessandro Preziosi,
- Vittoria Puccini,
- Edoardo Purgatori,
- Paola Randi,
- Maddalena Ravagli,
- Rolando Ravello,
- Anne Riitta Ciccone,
- Michele Riondino,
- Alba Rohrwacher,
- Gianfranco Rosi,
- Stefano Rulli,
- Gabriele Salvatores,
- Claudio Santamaria,
- Lunetta Savino,
- Vanessa Scalera,
- Riccardo Scamarcio,
- Andrea Segre,
- Pietro Sermonti,
- Toni Servillo,
- Carla Signoris,
- Marco Simon Puccioni,
- Valeria Solarino,
- Paolo Sorrentino,
- Simone Spada,
- Giuseppe Tornatore,
- Cinzia TH Torrini,
- Massimo Torre,
- Jasmine Trinca,
- Romana Maggiora Vergano,
- Giovanni Veronesi,
- Paolo Virzì,
- Giselda Volodi,
- Monica Zapelli,
- Luca Zingaretti.