Ripartiamo dall’investimento più importante: le persone

Il Mezzogiorno ha bisogno di un grande progetto sul capitale umano e la Fondazione Magna Grecia metterà in campo Sud e Futuri e il Festival Internazionale di Agrigento per rispondere a questa sfida, in linea con quanto anticipato a Mondello con Carlo Borgomeo e le proposte avanzate da Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera


Molti si chiedono se le pur ingenti risorse stanziate dall’Italia per la ripartenza siano sufficienti a riparare il nostro Paese da un’inevitabile e annunciata recessione. Ma c’è una domanda che bisogna farsi prima, perché c’è un rischio ancora più forte per l’Italia, evidenziato da Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera, che noi avevamo segnalato in tempi non sospetti nel nostro meeting Sud e Futuri a Mondello. A inizio ottobre dello scorso anno, insieme a Carlo Borgomeo di Fondazione con il Sud, mettevamo in guardia le istituzioni e la classe dirigente del paese dalla tentazione di trascurare gli investimenti sul capitale umano. Mi spiego meglio: sottolineavamo come si dovesse smettere di considerare la crescita delle capacità, delle competenze, delle conoscenze e delle abilità professionali degli individui un qualcosa da mettere in campo solo dopo il superamento di una situazione di crisi. Una tentazione diffusa. Quando una comunità investe nel capitale umano investe sul proprio futuro ma – è il ragionamento di tanti – prima occorre garantirsi un presente. Prima bisogna tappare i buchi, poi ci sarà tempo per pensare a come far rientrare la nave in porto. E se questo nella pratica può apparire di buon senso, in economia rappresenta un errore grave: non perché il presente non sia fondamentale, ma perché gli interventi sull’emergenza, per essere efficaci, debbono guardare strategicamente al futuro.

L’Italia non ha voluto né saputo investire su professionalità e capacità

Se l’Italia non avesse favorito la fuga di cervelli, se negli alti vertici della burocrazia statale funzionari e dirigenti non avessero utilizzato competenze indiscusse per creare ostacoli e disseminare trabocchetti normativi a favore di poteri forti e a discapito dei cittadini, se la nostra ricerca fosse stata ai livelli di eccellenza che pure aveva avuto decenni fa, se nei gangli decisionali delle istituzioni regionali e comunali avessimo avuto le necessarie professionalità e capacità, probabilmente avremmo superato con più forza, rapidità ed efficacia l’emergenza Covid-19. Oggi siamo tutti qui a dare addosso alla burocrazia, ci chiediamo come mai ci voglia così tanto tempo a trovare un vaccino o una cura, ci arrabbiamo perché tutti sembrano parlare a vanvera. Ebbene, tutto questo è il risultato di un Paese che non ha voluto e saputo investire sul proprio capitale umano, per non parlare degli effetti a catena che ci portiamo dietro dalla riforma del Titolo V della Costituzione e da tutto ciò che ne è conseguito in settori chiave come la Sanità e il Turismo.

basta tappare buchi, serve un ministero del futuro

Nell’emergenza è molto forte il pericolo che ci si lasci sopraffare dall’ansia di tappare i buchi invece che investire per trovare soluzioni strutturali e definitive. A partire, appunto, da una scommessa sui nostri giovani e sul capitale umano da loro rappresentato. Ciò significa che le risorse messe in campo saranno utilizzate in interventi tampone, ma poi ne serviranno altre e altre ancora, fino a quando non basteranno più. Lo Stato – oggi più che mai – deve avere la forza di investire sul proprio domani, magari istituendo un innovativo Ministero del Futuro, mentre le imprese devono recuperare la capacità e la fantasia per trovare risposte di mercato a questa situazione di emergenza.

è tempo di costruire una nuova classe dirigente in tutti i settori

Non può passare l’idea che ciascuno possa stare fermo ad aspettare che l’apparato pubblico agisca, sostituendosi a noi e alle nostre competenze, in un generale piagnisteo. Come giustamente afferma Ferruccio de Bortoli, «l’idea perversa di un’assistenza universale giustificata dal bisogno (che sottende un sospetto radicato e diffuso verso l’impresa) è un colossale inganno che pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti». In tal senso condivido in pieno l’iniziativa dell’editorialista del Corriere della Sera, che chiede alle più importanti imprese italiane di finanziare un grande progetto di investimento sul capitale umano, in collaborazione con quegli enti – come Fondazione con il Sud – che si occupano da tempo di temi quali la lotta alla povertà educativa, che la crisi rischia di aggravare. Non si tratta solo di investire sull’accrescimento delle competenze per rendere più competitivo il nostro Paese. Si tratta anche di creare una nuova classe dirigente in tutti i settori, della politica, della pubblica amministrazione, dell’economia, dell’università e così via.

Vale la pena ricordare che, dopo la crisi economica del 2008-2009, le immatricolazioni alle Università subirono un crollo del 20 per cento. La prevedibile recessione che seguirà la pandemia rischia di creare situazioni di bisogno per le quali le famiglie non riusciranno più a garantire la copertura dei costi delle spese universitarie dei figli. Tanti giovani rischiano di essere mandati allo sbando alla ricerca di un lavoro o di un’assistenza, mentre i posti chiave saranno sempre più occupati da incompetenti e senza meriti.

La Fondazione Magna Grecia con i suoi progetti per il Mezzogiorno

Per questo le attività della Fondazione Magna Grecia saranno ancora maggiormente orientate agli investimenti sul capitale umano – vera possibile chiave di volta per il Mezzogiorno – alla lotta alla povertà educativa e alla crescita di strategie e progetti nei settori della promozione culturale, sociale ed economica. Il nostro grande progetto SUDeFUTURI (del quale è figlio questo magazine) punterà a costruire le condizioni per un grande investimento nel capitale umano meridionale. A tal fine attiveremo da subito le necessarie sinergie con le iniziative auspicate da Ferruccio de Bortoli, oltre che con la Fondazione con il Sud. Il Festival Internazionale della Magna Grecia, che terremo nel 2021 nella Valle dei Templi di Agrigento – e che già era stato concepito come un “laboratorio del capitale umano delle arti e dei mestieri” legati al Cinema – sarà uno dei primi esempi concreti di come possa essere attuato un investimento sul futuro: agendo sul presente delle persone e sul passato ricco di cultura e di storia di una comunità, creando le condizioni per la valorizzazione e la crescita di competenze che possono produrre ricchezza stabile nelle regioni del Mezzogiorno. Le tradizioni non vanno guardate come qualcosa che resta sepolto nei libri o nei ricordi, ma come qualcosa di vivo. Il futuro del Sud deve trarre nutrimento dalle proprie radici, non sfuggirle.

Con Sud e Futuri nel 2020-2021 ci concentreremo sulle strategie e sui programmi di investimento per accrescere il capitale umano, con il Festival Internazionale della Magna Grecia costruiremo un pezzo di questi investimenti. Il resto – l’Italia del dopo Covid – dobbiamo costruirla tutti insieme. Noi siamo qui a fare la nostra parte.

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