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L’impegno del Sud contro il caporalato

L’occupazione nel settore agricolo nel nostro paese è caratterizzata da rapporti di lavoro instabili, di breve durata e contraddistinti da una marcata stagionalità. Da Nord a Sud sono i lavoratori migranti i maggiori occupati in questo settore. Per la loro vulnerabilità, per la scarsa alfabetizzazione e conoscenza di diritti, garanzie e tutele sul luogo di lavoro, sono un potenziale potenziale bacino d’offerta di lavoro sfruttato e sottopagato. Il fenomeno è in crescita e il Covid ha ulteriormente peggiorato la condizione di sfruttamento dei braccianti nelle nostre campagne. Contro il fenomeno Regioni del Mezzogiorno si sono attrezzate tramite iniziative realizzate nell’ambito di progetti ministeriali.

i progetti ministeriali di contrasto al fenomeno

Ad ottobre ha avuto il via Di.Agr.A.M.M.I. di Legalità al Sud (Diritti in Agricoltura attraverso Approcci Multistakeholder e Multidisciplinari per l’Integrazione e il Lavoro giusto), progetto approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e organizzato da Flai Cgil nazionale e Consorzio Nova. Attraverso Di.Agr.A.M.M.I si prevedeno interventi per favorire l’inserimento sociale e lavorativo dei lavoratori agricoli e per prevenire e lottare contro lo sfruttamento lavorativo e del caporalato nel settore agricolo. La medesima iniziativa è prevista per le regioni del Centro-Nord dove il fenomeno, al contrario di ciò che si pensa, è particolarmente diffuso.

Altri due progetti sono Su.Pr.Eme. Italia e P.I.U.Su.Pr.Eme, inseriti nell’ambito del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, approvato dallo specifico Tavolo Caporalato promosso dalla Direzione Generale Immigrazione del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. Il primo contiene il Sud nel nome e la sigla Su.Pr.Eme. Italia sta per Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate. P.I.U.SU.Pr.Eme – Percorsi Individualizzati di Uscita dallo Sfruttamento – mira a realizzare un’azione di sistema interregionale per favorire l’integrazione socio-lavorativa dei migranti come prevenzione e contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura. 

in Calabria il tavolo regionale contro il caporalato

In Calabria qualche giorno fa si è ufficialmente insediato il Tavolo di lavoro regionale di contrasto al caporalato, istituito a dicembre dalla Regione Calabria in linea con quanto previsto dal progetto Su.Pr.Eme. Italia, il “Sud protagonista nel superamento delle emergenze”. L’assessore regionale alle Politiche sociali Tilde Minasi ha presieduto la riunione a cui hanno partecipato rappresentati del Ministero, delle Prefetture, delle Organizzazioni sindacali, dell’Ispettorato del lavoro, dell’Inps, dell’Anci e dell’Anpal servizi. Scopo scopo del tavolo è quella di creare un’occasione di confronto permanente e uno strumento concreto a favore del lavoro agricolo legale e ben retribuito, al fine duplice di contrastare il fenomeno e di favorire l’integrazione sociale ed economica degli immigrati regolari. L’iniziativa può dare un effettivo contribuito, come emerso nel corso della prima riunione, per la ricerca di una sistemazione, di un alloggio e per le problematiche relative al trasporto dei lavoratori attraverso convenzioni tra enti pubblici, privati, del terzo settore e la parte datoriale.

formazione e lavoro lo strumento per favorire integrazione dei migranti regolari

Altra iniziativa degna di nota, realizzata grazie a P.I.U.SU.Pr.Eme, è quella messa in piedi dall’ente in house della Regione Calabria Lavoro che ha pubblicato una manifestazione di interesse per la formazione di un elenco di aziende, società e imprese, disponibili ad ospitare tirocini formativi e borse lavoro per immigrati regolarmente presenti sul territorio, individuati dai Centri per l’impiego e dalla stessa Calabria Lavoro.

tavolo regionale anche in Campania

Anche la Campania è una delle regione del Sud più impegnata contro il fenomeno. Il 22 febbraio si è riunito il tavolo regionale di contrasto al caporalato, insediato a dicembre scorso. L’Assessore alla Legalità, Sicurezza, Immigrazione della Regione Campania, Mario Morcone ha affermato che è “tempo di aggredire con decisione il caporalato e lo sfruttamento lavorativo con un’azione incisiva attraverso una logica di collaborazione interistituzionale e di raccordo con il livello nazionale”.

il caso di Salerno

In prima linea la provincia di Salerno, dove il problema è particolarmente sentito a causa del polo produttivo in espansione della piana del Sele, conosciuta internazionalmente per la particolarità dei prodotti agricoli pronti all’uso. La prefettura di Salerno è capofila del progetto #L’inclusioneoltre finanziato dal “Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020” (Fami), gestito dal Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno ed istituito dall’Unione Europea al fine di promuovere una gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti del fenomeno: asilo, integrazione e rimpatrio. Sono stati da poco firmati due protocolli per la gestione dell’accoglienza nei centri e per la lotta al fenomeno. I documenti prevedono la sinergia tra istituzioni, amministratori e associazioni e nascono dalla consapevolezza che per contrastare il fenomeno servono azioni preventive e non solo repressive.

Diritti negli occhi: la campagna di comunicazione della Regione Sicilia

La Regione Siciliana ha finanziato qualche mese con oltre 1,6 milioni di euro cinque iniziative per l’avvio di nuove imprenditorialità in agricoltura allo scopo di sostenere l’inserimento lavorativo di cittadini stranieri presenti nel territorio siciliano, vittime o potenziali vittime di sfruttamento in ambito agricolo. Qualche giorno fa l’assessorato al Lavoro della Regione ha promosso “Diritti negli occhi“, la campagna di comunicazione per sensibilizzare la cittadinanza al rispetto dei diritti e alla lotta al fenomeni. Nove scatti fotografici e un video di 30 secondi con protagonisti i lavoratori italiani e stranieri che ogni giorno lavorano nelle campagne siciliane. Anche questa rientra nel programma Su.Pr.Eme.

in Puglia un bando per la co-progettazione

La Regione Puglia ha da poco pubblicato un bando rivolto agli enti del Terzo settore per favorire prevenzione e contrasto al fenomeno e l’emersione di gravi condizioni di sfruttamento. Anche quest’iniziativa, finanziata attraverso P.I.U.SU.Pr.Eme.

l’impegno lucano

In Basilicata a metà febbraio hanno preso il via le attività per favorire integrazione socio-lavorativa dei lavoratori migranti all’interno di Di.Agr.A.M.M.I. Gli interventi spazieranno da attività di ricerca e sensibilizzazione ad interventi più concreti relativi alla parte del trasporto e della ricerca dell’abitazione dei lavoratori agricoli migranti. “Le attività – ha spiegato il segretario generale della Flai Cgil Basilicata, Vincenzo Espositosono cominciate già la scorsa estate nelle campagne lucane interessate dalla raccolta del pomodoro attraverso il sindacato di strada della Flai Cgil. Sono circa una quarantina gli stranieri stagionali intercettati e che ci auguriamo vogliano prendere parte al progetto. Seguiranno le fasi di sensibilizzazione e presa in carico che sono propedeutiche al percorso di formazione e di integrazione socio lavorativa“.

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