Dopo il messaggio di Vecchioni, la performance dei giovanissimi ospiti del Sabir e il dibattito sul documentario di Mimmo Calopresti su Cutro, condotto da Paola Bottero con Anton Giulio Grande, Giuseppe Pipita e Manuelita Scigliano
La Calabria è anche impegno e forza civile: è così che in uno degli eventi culturali clou dell’estate calabrese si può arrivare dal “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni al “Sogna Gaza sogna” di giovanissimi migranti. Un gruppo di minori stranieri non accompagnati del Centro di Accoglienza Straordinaria Sabir di Crotone ha aperto, domenica scorsa, la serata del Premio Letterario Caccuri dedicata ai temi dell’immigrazione, con un gesto dal grande impatto emotivo e simbolico. In chiusura della performance sulle note di “Sogna Ragazzo Sogna”, preceduta da un videomessaggio di Roberto Vecchioni, i ragazzi e gli educatori del centro hanno mostrato uno striscione con la scritta “Sogna Gaza Sogna”. Non solo un segnale di solidarietà e vicinanza al popolo palestinese in una fase storica drammatica, ma anche un invito a non voltarsi dall’altra parte quando il mondo rischia di perdere la propria umanità.
La serata, organizzata nell’ambito del Premio Letterario Caccuri, era focalizzata sulla proiezione del documentario “Cutro, Calabria, Italia” con cui il regista Mimmo Calopresti ha ripercorso i terribili eventi che hanno preceduto e seguito la strage di Cutro, raccontati da chi ha vissuto in prima persona la notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 ed i giorni successivi naufragio sulle coste calabresi, in cui morirono 94 persone tra cui 34 bambini, con un numero imprecisato di dispersi. Esseri umani che cercavano in Italia un futuro, lontano dalla guerra e dalla povertà. Prima e dopo la proiezione Caccuri ha ospitato un intenso dibattito in due parti, condotto dalla giornalista e scrittrice Paola Bottero, con la partecipazione del regista Calopresti, del presidente della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, del direttore del Crotonese, Giuseppe Pipita, e della presidente dell’associazione Sabir, Manuelita Scigliano.
Ma andiamo per ordine.
Premio Caccuri e i migranti, l’apertura della serata
Come anticipato, l’apertura dell’evento è stata affidata ai giovani ospiti del Cas Sabir, provenienti da Pakistan, Egitto, Tunisia, Gambia, Bangladesh e Costa d’Avorio. La performance – che racconta in pochi intensi minuti il viaggio affrontato da questi ragazzi, tra i 14 ed i 17 anni – si è dispiegata sulle note e sulle parole della canzone di Roberto Vecchioni, che ha inviato un videomessaggio ai ragazzi, proiettato prima dell’esibizione. Un modo efficace ed emotivamente forte per trasmettere la loro esperienza di giovanissimi migranti in cerca di un futuro fatto di cose semplici: un lavoro, una famiglia, una casa.
Premio Caccuri e i migranti, lo striscione “Sogna Gaza Sogna”

Alla fine dello spettacolo, i ragazzi hanno mostrato lo striscione “Sogna Gaza Sogna” insieme agli operatori del Cas Sabir. Lo striscione ha voluto rappresentare un gesto silenzioso di vicinanza alla popolazione di Gaza e un grande invito alla pace tra i popoli. Un messaggio che ha suscitato attenzione e riflessione tra i presenti. Il pubblico ha seguito con emozione questo racconto intenso: non è mancata la commozione tra i presenti e tra i relatori della seconda parte della serata.
Gli interventi del dibattito

Premio Caccuri e i migranti, Bottero: insieme in guerra contro l’indifferenza
Le emozioni dell’esibizione dei ragazzi sono proseguite anche nel dibattito che ha anticipato e seguito la proiezione del documentario di Calopresti, Nastro d’Argento 2025. “Una storia di accoglienza” ha sottolineato Paola Bottero, che ha moderato la serata. “Il modo migliore per raccontare il calore e le emozioni di questa Calabria straordinaria, capace di rivelare il proprio cuore nei momenti più tragici, come quello che si è consumato a Steccato di Cutro“.
La giornalista e scrittrice ha sollecitato i partecipanti a riflettere sui temi dell’accoglienza e della solidarietà, partendo dalla necessità di lottare contro l’indifferenza che, come diceva Gramsci, è il peso morto della storia. Quell’indifferenza che sembra permeare il mondo e rendere possibili crimini e regressioni umane fino a qualche anno fa – forse – impensabili, in nome di un malinteso equilibrio tra esigenza di sicurezza e tutela della dignità umana che finisce per legittimare chi calpesta i diritti e la vita delle persone.
Ed ecco che raccontare storie positive, storie di vita, diventa l’imperativo categorico di chi con la cultura, l’informazione, la comunicazione, cerca di sensibilizzare su temi urgenti come l’accoglienza. Storie di vita come le cinque che, sempre grazie al sostegno della Calabria Film Commission, l’autrice ha raccontato nel progetto Nyumba, casa in Swahili. Un progetto che parte con il docufilm scritto da Paola Bottero, diretto da Francesco Del Grosso, prodotto da Indaco Film, che uscirà in anteprima mondiale a settembre al Festival “Visioni dal mondo” di Milano.
Premio Caccuri e i migranti, Calopresti: su Cutro una responsabilità collettiva
Mimmo Calopresti ha spiegato come la scelta di raccontare la strage di Cutro in modo oggettivo, con le parole dei soccorritori e di chi si è speso concretamente per aiutare e sostenere i superstiti e i parenti delle vittime, senza approfondire la questione delle responsabilità politiche, sia stata una scelta precisa.
Un modo per restituire a chi non c’era quello che è stato, per sollecitare il senso di una responsabilità collettiva che non può essere scaricata sempre sugli altri. Calopresti ha ripercorso anche le fasi della realizzazione del docufilm e il senso di impotenza e incredulità riscontrata durante le ricerche, ma anche la riscoperta di una grande umanità da parte dei calabresi.
Premio Caccuri e i migranti, Grande: fortissimo il legame tra la Calabria e la narrazione pasoliniana
Anton Giulio Grande, presidente della Fondazione Calabria Film Commission che ha fortemente voluto e sostenuto la realizzazione di “Cutro, Calabria, Italia”, ha sottolineato la scelta di “innervare” il docufilm delle parole e delle immagini di Pier Paolo Pasolini, intellettuale immenso che tanto ha fatto per la Calabria, e che proprio sulle coste di Cutro e Isola ha realizzato il suo capolavoro “Il Vangelo secondo Matteo”.
L’esperienza e la lirica pasoliniana spiegano molto il senso di una calabresità autentica, vera, lontana dai cliché, in grado di fornire una prova immensa di fronte a una tragedia immane come quella della strage di Cutro.
Premio Caccuri e i migranti, tra accoglienza e denuncia
Il direttore de Il Crotonese, Giuseppe Pipita, e la presidente dell’associazione Sabir, Manuelita Scigliano, hanno toccato vari aspetti della vicenda. Pipita con una forte denuncia delle omissioni e dei ritardi nei soccorsi nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, quando il un caicco partito dalla Turchia si arenò su una secca a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro (l’impatto con la secca espose l’imbarcazione alla violenza delle onde del mare tra forza 4 e forza 5, che la rovesciarono e distrussero). Scigliano ha toccato aspetti concreti e culturali dell’accoglienza, con particolare attenzione alle difficoltà dei minori non accompagnati, parlando delle sfide nelle comunità di accoglienza, della situazione sociale e dei percorsi di integrazione e tutela.
Il dibattito è stato così intenso che si è prolungato fino alla mezzanotte, con le domande di un pubblico attento e numeroso, che ha sollecitato le ulteriori riflessioni dei protagonisti della serata con i ringraziamenti finali ad Adolfo Barone e Olimpio Talarico, ideatori e organizzatori del Premio Caccuri.
