Sensazioni, persone e progetti: l’esperienza di SUDeFUTURI III

“Venire in Calabria per la prima volta visitando Scilla, è come andare in un palazzo entrando dal salone delle feste. Ti sentirai a casa”, ha esclamato così Francesca, una solare giornalista di Reggio, durante la conferenza stampa di presentazione di SUDeFUTURI III, quando le ho detto di non aver mai visto la Calabria.

Da quando sono parte del team di Fondazione Magna Grecia – oramai da sei mesi, dopo aver fatto domanda tramite una piattaforma della mia Università -, ho visto SUDeFUTURI III prendere forma. Studiando le prime due edizioni di Mondello e Roma, ho capito la mission di SUDeFUTURI, l’ho condivisa perché gli ideatori del meeting – Paola Bottero e Alessandro Russo, insieme alla Fondazione e al suo presidente Nino Foti – hanno trasmesso a me e alla mia collega Sofia il senso profondo di un progetto che crede nel Sud, nelle sue persone e nei suoi tanti futuri. Ho contribuito con entusiasmo alla realizzazione del terzo appuntamento, dalla definizione del prequel e della tre giorni di settembre, alla stesura del primo magazine cartaceo.


Ho sentito ancora più mio SUDeFUTURI quando ho scoperto la location della terza edizione. Da amante della cultura classica, il nome Scilla mi rimanda subito al primo liceo, al mito omerico di Scilla e Cariddi, i due mostri che Ulisse affronta nel libro centrale dell’Odissea, tappa fondamentale del ritorno verso la sua Itaca. Dopo SUDeFUTURI III, per me Scilla non è più un mito ancorato ai libri di scuola. È un’esperienza, ricca di sensazioni, persone e progetti concreti.


Scilla ti incanta e ti cattura con tutti i sensi. La bellezza di Chianalea travolge chiunque passeggi per le sue colorate vie. Scroscio di onde e profumo di mare, più forte che da altre parti, sapore di pesce spada, bergamotto e latte di mandorla fatto in casa, acqua fredda e cristallina, tramonti cangianti, un mix di dialetti, dalla musicalità del reggino alle aspirazioni del catanzarese.
Appena arrivata in Calabria, mi sono sentita accolta. Dal Signor Agostino, che dalla stazione di Villa San Giovanni mi ha portato a Scilla, e che dopo 15 minuti di macchina mi aveva già raccontato tutto di sé e della sua famiglia. Da Francesco, il proprietario dell’albergo, che ha deliziato me e tutto lo staff della Fondazione con specialità calabresi. Da Maurizio, un signore sempre sorridente che ha accompagnato al Castello dove si è svolta la tre giorni, tutti gli ospiti relatori, sulla sua fidata “lapa” – come la chiamano a Scilla, per chi non è del Sud la più comune apetta. Anche io, nonostante la mia passione per lo sport, con un computer in mano e un po’ di tensione addosso, preferisco farmi condurre dalla lapa di Maurizio piuttosto che salire i tanti gradini che, sotto il sole delle 9 di mattina, sembrano infiniti.

Ma la cornice non è tutto. Ci aspettano, a me, Sofia, Paola, Alessandro e all’intero team di Fondazione, giornate di lavoro intenso. Prima, le due serate del prequel, a Piazza San Rocco, a fine agosto; poi, la tre giorni, con 12 seminari e oltre 60 relatori, al Castello Ruffo. Con armature e drappi che sanno di antico, la sala conferenza del Castello si trasforma in un vero studio televisivo, proprio come quelli dei talk-show serali, con poltrone, telecamere e microfoni. Gli ideatori del meeting, Paola e Alessandro, hanno condotto le 12 sessioni, affiancati da Paolo Mieli e Fabrizio Frullani. Innovazione la parola chiave della kermesse, nella scelta dei seminari, dei relatori, di tutte le generazioni, e nelle modalità di visione dell’evento, trasmesso in streaming grazie al supporto dei media partner AdnKronos e LaC TV, e in diretta sulla pagina Facebook di Fondazione Magna Grecia, dove sono ora disponibili i video dei workshop.


Giornate frenetiche, tra comunicati stampa e interviste, post sui social, coordinamento con i tecnici della regia. Un viavai continuo di persone. Gli ospiti relatori, professori, registi, imprenditori, ex ministri, ambasciatori, e chi più ne ha più ne metta, hanno calcato il palco di SUDeFUTURI confrontandosi in un dibattito ricco, dove la saggezza e l’esperienza di alcuni relatori hanno incontrato l’entusiasmo e la freschezza degli ospiti più giovani. Ne è emerso pragmatismo, verità, critica. Basta vittimismo, moralismo e romanticismo meridionalista. SUDeFUTURI è stato questo: non fantasia e retorica, ma provocazioni e occhio critico, proposte e progetti concreti. Tante, diverse, ma tutte con, al centro, il Sud.

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