Economia circolare e smaltimento rifiuti: grandi criticità al Sud

La quota di rifiuti riciclati in Italia si assesta al 48%, mentre il 19% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica: è quanto emerge dal Green Book 2023


Sul delicato tema dello smaltimento dei rifiuti e dell’economia circolare l’Italia risulta in ritardo rispetto agli obiettivi fissati dalla Comunità Europea. In particolare, i traguardi comunitari prevedono l’avvio al riciclo per il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025, percentuale che dovrebbe salire al 60% entro il 2030 e raggiungere il 65% entro il 2035. Anche l’obiettivo del limite massimo di smaltimento in discarica fissato al 10% entro il 2035 appare piuttosto lontano. Infatti, nel 2021 la quota di rifiuti riciclati in Italia si assesta al 48%, mentre il 19% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica. È quanto emerge dal Green Book 2023, il report annuale sui rifiuti urbani promosso da Utilitalia, la federazione nazionale delle imprese che operano nei servizi pubblici di Acqua, Ambiente, Energia Elettrica, Gas e realizzato da Fondazione Utilitatis in collaborazione con Ispra, Enea e Ancitel Energia e Ambiente.

Ritardi preoccupanti

I ritardi risultano ancora più preoccupanti considerando lo stanziamento di oltre 2 miliardi di euro previsti nell’ambito del PNRR allo scopo di migliorare l’efficienza e la sostenibilità nella gestione dei rifiuti e incentivare l’economia circolare. Il Green Book 2023 evidenzia criticità maggiori nel Mezzogiorno con specifico riferimento alla gestione della raccolta differenziata dei rifiuti e a un deficit impiantisco, che non permette il corretto svolgimento dei diversi step di economia circolare. Fattori che si ripercuotono anche sui costi, primo fra tutti quello per il trasporto dei rifiuti in altre regioni italiane o all’estero, con un impatto anche sulle tasche dei cittadini. Infatti, la Tari media 2022 nelle regioni del Sud è di 368 euro per abitante, contro 335 euro al Centro e 276 euro al Nord.

I servizi di gestione del ciclo dei rifiuti

Tra i dati che sottolineano i ritardi italiani nell’economia circolare vi sono quelli relativi alle dimensioni e alle tempistiche di affidamento dei servizi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti su scala nazionale. In tal senso, la maggior parte delle gare (87% su 2.499 analizzate) viene bandita per affidamento del servizio a un singolo Comune, mentre l’85% delle gare ha durata massima di 5 anni. Inoltre, nelle regioni del Sud si svolgono il 67% delle gare, principalmente a causa di una scarsa presenza di gestioni industriali dei rifiuti in quell’area del Paese. 

Dunque, per poter accelerare riguardo gli obiettivi di economia circolare, appare evidente un’evoluzione del comparto dei rifiuti verso una gestione industriale più efficiente e regolamentata, oltre alla necessità di superare il divario tra Nord e Sud, ad esempio migliorando la qualità della raccolta differenziata anche attraverso una maggiore dotazione a livello di impianti adeguati.

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