Coronavirus tra Canada e Italia: come dentro a un film

A rendere più surreale la vicenda il fatto che questo dramma è uguale in tutti i Paesi. Ovunque si parla di ritardi negli interventi governativi, di deficienze nel settore sanitario, con polemiche sulla necessità di bloccare tutto o sui tempi di riapertura


Per un italocanadese vicino alle cose italiane per motivi professionali e affettivi, l’emergenza Coronavirus in Italia è percepita come un film che prima hai visto in televisione e che poi, all’improvviso, ti sei trovato a rivivere da protagonista. Come se una forza occulta ti avesse catapultato dalla poltrona direttamente dentro lo schermo, trasformandoti da spettatore a protagonista. Tutto questo crea spesso scompensi psicologici ed emotivi in cui si perde la lucidità nel relazionarsi con gli eventi che ci circondano. Essi, infatti, sembrano a volte legati alla cronaca italiana, ma, in realtà, sono eventi di cronaca canadese in cui sei vittima-protagonista. 

Un dramma uguale per tutti, tranne che nei tempi

A rendere più surreale la vicenda, sono le caratteristiche di questo dramma uguali in tutti i Paesi. Ovunque si parla di ritardi negli interventi governativi, di deficienze nel settore sanitario, con polemiche sulla necessità di bloccare tutto o sui tempi di riapertura. Tutto uguale, sfalsato di qualche settimana. Infatti, quando gli amici in Italia mi chiedono quale sia la situazione in Canada, rispondo che è come quella italiana di un mese prima. Col vantaggio canadese di conoscere la prossima mossa del “mostro”, ma anche con la consapevolezza che eventuali errori saranno giudicati molto più severamente di quanto siano stati quelli italiani.

In Canada maggioranza e opposizione collaborano molto di più

Come sta dunque vivendo il Canada questa tragedia mondiale? Come accennavo, le polemiche vertono sugli stessi argomenti che hanno coinvolto i Paesi europei, ma con una sostanziale differenza tra l’approccio canadese e quello italiano su un aspetto molto importante: il ruolo della politica. La collaborazione in Canada tra governo e opposizione è molto più marcata. Non scendo nell’analisi se ciò sia colpa dei governi o delle opposizioni, dico solo che in Canada tale cooperazione esiste molto più che in Italia e ognuno di noi può trarre le proprie conclusioni sulle cause di questo fenomeno.

Se l’Italia fa i conti con l’Europa, per il Canada ci sono gli Usa

Certo, in Italia c’è la necessità di convivere con l’Europa che inasprisce il dibattito e contribuisce ad aumentare la confusione, ma anche in Canada si deve convivere col colosso americano col quale si condividono 4000 chilometri di frontiera, un interscambio commerciale che costituisce circa il 30-35% del Pil canadese e con un presidente USA che si chiama Donald Trump. Non è semplice.

Ciononostante, in Canada c’è più cooperazione a livello federale, tra il governo liberale di Justin Trudeau e le opposizioni conservatrice e socialdemocratica; allo stesso modo c’è una notevole cooperazione a livello provinciale, ad esempio in Ontario, tra il governo conservatore e l’opposizione liberale. Stesso discorso anche nelle altre Province. Certo, critiche non mancano, ma sono tutte ovattate e di breve durata e ciò ha facilitato l’approvazione e l’applicazione degli interventi governativi, più o meno simili in tutti i Paesi. Innanzitutto, le attività non indispensabili chiuse, i centri commerciali e attività ricreative bloccati. Il sistema produttivo è praticamente fermo a tempo indeterminato.

In Canada stare a casa non è un obbligo, è solo una “richiesta”

In mancanza di un vaccino, la ricetta per combattere questo virus è ormai riconosciuta da tutti: cioè il contenimento, che si traduce in la richiesta di stare tutti chiusi in casa. Ho parlato di “richiesta” perché in Canada non c’è nessun ordine restrittivo. I cittadini sono liberi di uscire quando vogliono ma sono pregati di farlo solo in caso di necessità. Se la decisione di uscire di casa è comunque del cittadino, una volta fuori vi sono regole precise da rispettare, come l’osservanza delle “distanze sociali”, evitare assembramenti e non frequentare parchi. Il rispetto di queste regole è tassativo con multe salatissime per i trasgressori, anche se la richiesta di rimanere a casa è stata accolta da larghissima parte della popolazione senza la necessità di ordini perentori. Ovviamente non manca qualche abuso o una civile protesta mediatica da parte di qualche organizzazione contraria, come principio, a qualsiasi restrizione della libertà; comunque niente paragonabile a festini e funerali non autorizzati, o contestazioni organizzate come negli Stati Uniti.

In Canada, come in Italia, c’è ancora tanta incertezza

Tutto sotto controllo dunque? Per ora sembra di sì, ma per quanto tempo ancora è difficile dirlo. L’isolamento prolungato, la mancanza di rapporti con i propri congiunti e, soprattutto, la preoccupazione per il futuro economico personale e della nazione potrebbero rivelarsi per alcuni un peso troppo grosso da sostenere per un periodo prolungato. La strage in Nova Scotia con 20 morti non sembra sia collegata all’isolamento dell’autore, ma certamente non è stata di aiuto.

Alcuni dicono che si intravede la luce in fondo alla galleria, ma proprio l’incertezza di quello che ci aspetta alla fine della galleria è un elemento pesante da sostenere, in Italia, come in Canada.

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